Business etico e lavoro: l’integrazione è un vantaggio per tutti

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Il panorama lavorativo diventa sempre più flessibile, con connessioni da remoto e meno tradizionali. Cosa significa per le persone con disabilità, con malattie rare, con condizioni svantaggiasti?
Inclusività e lavori tradizionali
Creare contesti di lavoro inclusivi è possibile: la sfida è farlo realizzando processi di accessibilità che creino condizioni di parità tra tutti i collaboratori.
La sfida è la conoscenza: essere consapevoli delle abilità e e dell’attitudine di ciascuno per massimizzare il valore che nasce da tutti i tipi di differenze. Non solo disabilità, quindi, ma inclusione di ogni persona in tutto i processo produttivo.
Creare condizioni di parità
Assumere una persona con disabilità o che appartenga alle “categorie svantaggiate” richiede un cambio di mentalità: non più il recruiting “per eliminazione” ma “per selezione”.
Quando le aziende richiedono, agli enti o tramite altri canali, curricula per la valutazione di posizioni lavorative aperte a persone con disabilità, ricevono numerosi curricula che, spesso, vengono valutati con criteri di ammissibilità: titoli di studio, ostacoli all’assunzione…
Nel caso di persone con disabilità, se la mentalità è quella di eliminare un curriculum, la disabilità o la condizione cronica diventano immediatamente un punto negativo e quindi portano ad eliminare il candidato. Le aziende che adottano, invece, la “mentalità della selezione” hanno la straordinaria opportunità di leggere, tra le righe, i vantaggi che potrebbero derivare: non dalla malattia ma dalle specificità di ogni persona.
Stabilire le giuste aspettative
Assumere una persona con condizioni svantaggiasti non significa abbassare gli standard di produttività o gli obiettivi di business: nessuno si deve accontentare, né le aziende né i lavoratori.
È importante “seminare ambizione” fin dal primo giorno di lavoro. Tutti devono anche essere consapevoli degli obiettivi aziendali, del proprio compito, del contributo di ciascuno e dello scopo di ogni impegno. In questo modo tutti saranno sempre consapevoli dell’utilità del proprio impegno e di quello di ciascun collega.
Il pensiero sociale
Esistono molti differenti tipologie di cooperative sociali, e questa è una ricchezza poiché le opportunità di lavoro disponibili sul mercato per tutte le persone si moltiplicano, differenziandosi per stile di proposta, tipologia di richiesta…
Noi di InsubriaCoop abbiamo scelto di sviluppare il nostro “pensiero sociale” senza creare ruoli specificamente pensati per tipologie di persone.
Non abbiamo un ruolo creato per persone con disabilità e un ruolo per “persone normodotate”: abbiamo creato un ambiente di lavoro inclusivo per tutti, con software accessibili che facilitano il lavoro di tutti, procedure semplificate ed efficaci che permettano a chiunque di risparmiare tempo grazie all’automatizzazione.
Siamo convinti che questo approccio ci permetta di creare il nostro business etico.
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